Noi di Ambrosiano Group siamo orgogliosi dei nostri obiettivi e delle soluzioni che già abbiamo adottato in un’ottica di futuro sostenibile. La nostra missione consiste nel ridurre a zero le emissioni entro il 2030, diventando al contempo un modello di riferimento per quanto riguarda il settore della logistica sostenibile. Oggi, più che mai, il concetto di sostenibilità sta prendendo piede nella coscienza dei consumatori, richiedendo alle aziende di agire in questa direzione. Con la sostenibilità ambientale si mira a minimizzare l’impatto di un prodotto o servizio lungo l’intero ciclo di vita, considerando sia i processi interni di un’azienda sia le dinamiche create da tutti gli attori coinvolti nella Value Chain.
Il segmento dell’industria che stava rimanendo indietro era quello del Fashion: oggi toccato anche lui dalla sostenibilità, tema sempre più parte integrante delle strategie di business che portano a cambiamenti incredibilmente rapidi. Si parla, infatti, di moda sostenibile in cui gli stilisti stanno portando sul mercato nuove collezioni innovative.
Tuttavia, il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità è messo alla prova dalla diffusione globale delle operazioni della Supply Chain, dove sourcing, produzione e logistica contribuiscono a sviluppare il nuovo modello di business.
L’adozione di materie prime sostenibili – ad esempio l’uso di pelle bio-fabbricata, coltivata in laboratorio senza componenti animali o sostanze chimiche tossiche – e l’implementazione di principi di design circolare nella fase di progettazione – come la “pelle di ananas” ottenuta dai sottoprodotti della raccolta del frutto – supportano lo sviluppo di una Supply Chain Ecologica.
L’impatto complessivo dell’azienda può essere ridotto utilizzando materiali riciclati e certificati per l’imballaggio. Non solo, adottando l’innovazione tecnologica e le rispettive competenze, i processi produttivi vengono ridefiniti in una prospettiva sostenibile per realizzare prodotti più ecologici.
Un altro aspetto importante di questo settore è legato all’estensione del ciclo di vita del prodotto. Per trasformare i materiali e i prodotti esistenti smaltiti in risorse preziose sono state individuate tecniche per ripararli, trasformarli e riciclarli. Per fare un esempio, il polo tessile di Prato, vicino a Firenze, sta aumentando di anno in anno la sua capacità di riciclare tonnellate di rifiuti tessili pre e post-consumo, diventando il più grande distretto tessile d’Europa nell’economia circolare e nel riciclaggio.
Oggi, oltre alla performance economica, le organizzazioni del Fashion & Luxury devono impegnarsi in attività che influenzino positivamente l’ambiente e la società per garantire non solo la redditività a lungo termine dell’azienda bilanciando gli obiettivi economici con quelli sociali e ambientali, ma la sopravvivenza stessa.
Sempre nel settore del Fashion, un aspetto significativo è quello del cost per wear (cpw): risultato che si ottiene dividendo il costo di un indumento per il numero di volte che lo si è indossato. Si tratta di un calcolo correlato ai danni per l’ambiente e agli svantaggi economici che derivano dall’indossare un indumento per poche volte. È emerso che l’industria del tessile è la quinta più inquinante in UE, per quanto riguarda sia le emissioni di gas serra sia per il rilascio di sostanze chimiche durante la produzione.
L’integrazione dei sistemi con la tecnologia e la costante innovazione permettono di migliorare il coordinamento tra tutti gli attori coinvolti nella catena di fornitura e ridurre gli sprechi.
In Ambrosiano Group si trova una forte expertise nella gestione del fashion, dei capi appesi di grandi brand e catene grazie alla pluriennale collaborazione con TWS – Trans World Shipping, fondata nel 1992 e che ad oggi è azienda leader nel mercato della distribuzione del fashion in tutto il mondo.
Ambrosiano Group gestisce attività che riguardano l’intero ciclo inbound-outbound, per cui scarico, ricevimento, stoccaggio, prelievo e allestimento ordine, con una importante attività di kitting e personalizzazioni – entrambi tipici del settore –.
Si è inoltre specializzata sulla gestione dei resi, una delle maggiori fonti di spreco dell’industria dell’abbigliamento – ha commentato Giulia Barani, Operation Manager di Ambrosiano Group. Basti pensare che in un solo anno i resi producono quasi 3 milioni di tonnellate di rifiuti (3 volte la quantità di rifiuti che l’intera città di Seattle genera in un anno) che causano 15 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 con il loro trasporto e che rappresentano 400 miliardi di dollari di merce – conclude Barani.
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