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LE NUOVE SFIDE DELLA SUPPLY CHAIN

MAR 3 2020 – LE NUOVE SFIDE DELLA SUPPLY CHAIN

Che fisionomia sta assumendo la logistica? Quali sono le nuove sfide della Supply Chain? A queste e ad altre domande hanno provato a rispondere gli esperti intervenuti alla conferenza “Logistica e sostenibilità. Miti da sfatare, trend ed evoluzioni”.

Il 31 ottobre a Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, uno dei poli logistici più importanti del Paese, si è tenuta la conferenza “Logistica e sostenibilità. Miti da sfatare, trend ed evoluzioni”.

Focus dell’evento sono state le trasformazioni che imprese e pubbliche amministrazioni dovranno affrontare nei prossimi anni per rendere le filiere del Commerce sempre più efficienti, riducendo al minimo l’impatto ambientale e migliorando la qualità e la sicurezza del lavoro per gli addetti coinvolti.

Se è vero che il mondo produttivo si sta sempre più adeguando ai moderni processi di digitalizzazione, non ha perso di certo peso e importanza il trasferimento di prodotti e merci fisiche.

Oggi più che mai la logistica riveste un ruolo strategico fondamentale nel quadro del tessuto industriale di un Paese come l’Italia, sia per la consistenza della sua manifattura, sia per la sua posizione geografica che lo rende un punto di incontro tra il sud e il nord dell’Europa.

Alla conferenza,a cui ha dato adesione anche il ministro alle infrastrutture Paola De Micheli, erano presenti molti esperti del settoretra cui anche i manager di Amazon e Moncler, che hanno raccontato la loro esperienza sul campo.

«Entro il 2030 Amazon punta a utilizzare energia prodotta al 100% da fonti rinnovabili e ad adoperare 100 mila veicoli elettrici per supportare le attività di distribuzione, mentre entro il 2040 l’emissione di CO2 sarà pari a zero», ha detto Stefano Perego, Vice President UK Operations Customer Fulfillment di Amazon.

«Ma non basta agire. Bisogna anche invertire la tendenza rispetto alla percezione dei consumatori. A partire da quella sull’uso di plastica, in primo luogo garantendo loro che i materiali saranno effettivamente riciclati».

Parlando di automazione e della potenziale minaccia che rappresenta per il lavoro umano, Perego ha detto che si tratta di un processo irreversibile che deve essere affrontato nella maniera corretta.

«Noi andiamo verso un’automazione collaborativa: persone che lavorano fianco a fianco dei robot. Se il magazzino tradizionale sparirà, il magazziniere non perderà il lavoro, ma diventerà un tecnico. Certo, il salto di competenze è inevitabile, ma possiamo renderlo meno traumatico. In Gran Bretagna abbiamo già mille apprendisti, tra i 14 e i 16 anni, che formiamo in base alle nuove skill richieste».

Chiaramente fa parte di questo processo una trasformazione sistemica che vada a coinvolgere anche i territori in cui sono insediati gli operatori e che preveda un nuovo approccio alla pianificazione del territorio e delle infrastrutture.

Eric Veron, Amministratore Delegato di Vailog, società di sviluppo immobiliare e di investimento specializzata nella logistica, ha evidenziato come gli hub si stiano evolvendo anche per penetrare il tessuto urbano, facendosi largo tra le vie delle città.

«Gli urban warehouse, con superfici che vanno dai 5 mila ai 50 mila metri quadrati, e le strutture di city logistics, dai 500 ai 5 mila metri quadrati, contribuiranno alla rigenerazione urbana e alla riqualificazione di aree dismesse, ma avranno bisogno di progetti urbanistici di accompagnamento e soprattutto di tecnologie alternative per lo sviluppo delle reti di trasporto, indispensabili per favorire l’integrazione con la rete del commercio tradizionale e per ottimizzare i flussi del traffico».

Sandro Innocenti, Senior Vice President e Country Manager per l’Italia di Prologis, altra società di riferimento per il real estate in ambito logistico che vanta tra i suoi clienti LG, Amazon, UPS, Kellog’s DHL Fedex, BMW, SDA, Kraft ed Eurospin, ha aggiunto che i magazzini del futuro, e specialmente quelli inseriti nel tessuto urbano, garantiranno anche la massima efficienza energetica possibile, riducendo sia le emissioni, sia il consumo di risorse.

Un obiettivo che Prologis propone di raggiungere attraverso le sue soluzioni Solar smart project e Led essentials, rispettivamente dedicate alla produzione di energia solare e all’adozione di sistemi di illuminazione intelligenti, a basso consumo.

Francesco Parola, Professore Associato dell’Università di Genova, ha ricordato poi i vantaggi che comporterà per le merci e per le persone il collegamento di Piacenza ai corridoi ferroviari TEN-T (Corridoio mediterraneo, Corridoio Reno-Alpi, Corridoio Baltico-Adriatico, Corridoio scandinavo-mediterraneo).

Infine, Amar Ramudhin, Direttore del Logistics and Humber Development Institute dell’Università di Hull, ha condiviso con il pubblico italiano il caso del porto britannico che sta cercando di sfruttare il progressivo spostamento dei flussi logistici nel nord del Paese per trasformarsi in un polo di riferimento per i commerci con l’Europa.

Le imprese della logistica appaiono quindi oggi sempre più propense alla sostenibilità e alla necessità di digitalizzare i processi per costruire circuiti logistici personalizzati in grado di venire incontro alle esigenze di consumatori e dei lavoratori.

Integrazione, digitalizzazione e sostenibilità saranno le parole d’ordine dei prossimi anni.

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